La nuova misura di SIMEST copre fino al 100% della spesa sostenuta
Le imprese italiane di qualsiasi dimensione (PMI e GI) in forma singola oppure organizzate in Contratti di Rete con autonoma soggettività giuridica costituiti da PMI, possono accedere ad agevolazioni per i loro investimenti strategici nei mercati africani. Gli incentivi mirano a rafforzare la patrimonializzazione aziendale, sostenere gli investimenti produttivi e commerciali, promuovere l’innovazione e la trasformazione digitale ed ecologica, nonché favorire la formazione e l’inserimento di personale africano nelle imprese. Le domande di finanziamento saranno esaminate in base all’ordine cronologico di presentazione.
Chi sono i beneficiari?
Per soddisfare i requisiti necessari ogni impresa deve:
- Essere stabilmente presente, esportare o approvvigionarsi nel continente africano, o essere stabilmente fornitrice delle imprese con interessi nei mercati africani;
- Avere la sede legale e operativa in Italia;
- Essere regolarmente costituita, iscritta e attiva nel Registro delle imprese;
- Alla data della domanda, avere depositato almeno due bilanci relativi agli ultimi due esercizi completi (12 mesi interi);
- Soddisfare uno dei requisiti di cui ai punti A o B:
A. Avere un fatturato export pari ad almeno il 5% come risultante dall’ultimo bilancio e inoltre avere almeno una delle condizioni sotto elencate:
1. Essere stabilmente presente in almeno un Paese africano con la sede commerciale o produttiva attiva da almeno 6 mesi prima della data di presentazione della domanda. Nel caso in cui la sede commerciale o produttiva non fosse attiva da almeno 6 mesi, dovrà essere resa operativa entro la data della prima erogazione;
2. Realizzare esportazioni di beni e servizi verso uno o più Paesi africani in misura non inferiore al 2% del proprio fatturato totale, come risultante da asseverazione redatta da un revisore contabile sulla base di uno degli ultimi tre bilanci;
3. Realizzare importazioni di materie prime strategiche e di altri prodotti (beni intermedi e finali, beni strumentali e altre materie prime) da uno o più Paesi africani in misura non inferiore al 2% del proprio fatturato totale, come attestato da asseverazione redatta da un revisore contabile sulla base di uno degli ultimi tre bilanci.
B. Avere almeno il 10% del fatturato totale, come risultante dall’ultimo bilancio, derivante da comprovate operazioni di fornitura risultanti da specifici contratti o ordini commerciali stipulati prima della data di presentazione della domanda, verso una o più imprese italiane che abbiano un fatturato export pari ad almeno il 5% e che alternativamente:
- Abbiano una stabile presenza in Africa;
- Realizzino esportazioni;
- Realizzino importazioni.
Sono escluse le imprese che operano nei seguenti settori ATECO 2007:
SEZIONE A – Agricoltura, silvicoltura e pesca: escluse tutte le sottosezioni;
SEZIONE K – Bancario, finanziario e assicurativo: escluse tutte le sottosezioni;
SEZIONE C – Attività manifatturiere: escluse le attività identificate con le seguenti classi:
a. 10.11 – Lavorazione e conservazione di carne (esclusi i volatili);
b. 12 – Lavorazione e conservazione di carne di volatili.
Quali sono le attività finanziate?
Le spese ammissibili sono:
A. Minimo 60% del totale: spese per investimenti volti a rafforzare la solidità patrimoniale aziendale. Tra le spese ammissibili rientrano ad es.:
- Acquisto/leasing finanziario di macchinari, apparecchiature ad uso produttivo, impianti e beni strumentali o potenziamento/riconversione di beni produttivi e strumentali esistenti (anche beni usati);
- Tecnologie hardware e software, incluso il potenziamento o riconversione di tecnologie esistenti;
- Integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali, realizzazione/ammodernamento di modelli organizzativi e gestionali in ottica digitale;
- Implementazioni e gestione di sistemi di disaster recovery, business continuity e blockchain;
- Investimenti in attrezzature tecnologiche, programmi informatici e contenuti digitali;
- Spese per investimenti legate all’industria 4.0 e 5.0 (es. cyber security, big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, simulazione e sistemi cyber-fisici, sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborative, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine);
- Spese di investimento per l’effettuazione di un inserimento in un Paese africano, tramite l’acquisto di una nuova struttura/immobile/fabbricato anche produttiva o il potenziamento di una struttura esistente in un Paese africano;
- Spese per investimenti per la sostenibilità ambientale e sociale, anche in Italia (es. efficientamento energetico, idrico, mitigazione impatti climatici, ecc.).
B. Massimo 40% del totale: spese strettamente connesse alla realizzazione degli investimenti di cui al punto A, tra cui:
- Spese per la formazione professionale, in Italia o in Africa, di personale con nazionalità e residenza in uno dei Paesi africani. La formazione deve essere erogata da una società terza ovvero da enti o istituti di formazione o da professionisti anch’essi dotati di requisiti di professionalità e indipendenza, nonché comprovata esperienza e certificazioni;
- Spese per l’affitto e per l’allestimento di strutture (es. ufficio, showroom, corner commerciale, negozio e della eventuale struttura destinata alla formazione del personale africano);
- Spese di viaggio, ingresso (incluse eventuali spese per le pratiche di regolarizzazione in Italia) e soggiorno in Italia di personale africano per assunzione, dopo eventuale formazione, se non già effettuata in loco;
- Spese promozionali, spese per certificazioni, omologazioni di prodotto.
C. Spese consulenziali professionali per le verifiche di conformità alla normativa ambientale nazionale;
D. Spese per consulenze, finalizzate alla presentazione e gestione della domanda e alle asseverazioni rese dal Revisore, per un valore fino a un massimo del 5% dell’importo deliberato e comunque non superiore a 100.000 euro.
Come funziona la misura?
Il finanziamento agevolato combinato con un contributo a fondo perduto, copre fino al 100% della spesa sostenuta. Fermo restando l’importo minimo di 10.000 euro, l’importo massimo che può essere richiesto è pari al minore tra:
- Il 35% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci depositati;
- Gli importi di seguito indicati in base alla tipologia di impresa: 500.000 euro per micro imprese; 2.5 milioni di euro per PMI, PMI Innovative e Startup Innovative; 5 milioni di euro per il resto delle imprese.
Finanziamento Agevolato
Il tasso del finanziamento è fissato in base a una percentuale del tasso di riferimento, che l’impresa può scegliere tra le seguenti opzioni: 10%, 50% o 80%. La durata del finanziamento è di 6 anni, di cui 2 di preammortamento e 4 di ammortamento, a partire dalla stipula del contratto.
Contributo a fondo perduto
- Fino al 20% dell’agevolazione complessiva e comunque fino a un massimo di 200.000 euro, per le imprese con almeno una sede operativa costituita da almeno 6 mesi nelle Regioni del Sud-Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) antecedenti alla data di presentazione della domanda;
- Fino al 10% dell’agevolazione complessiva e comunque fino a un massimo di 100.000 euro, per le imprese con sede operativa nelle altre regioni italiane.
Per il finanziamento è richiesta una garanzia con percentuale variabile, compresa tra un minimo del 10% e un massimo del 40%, determinata in base al Rating dell’impresa.
Il contributo è concesso in Regime De Minimis.
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